Ha arribat a les meves mans aquest escrit. Sota està signat com a anònim, però jo si se qui és l'autor.
No puc fer res més que treure'm el barret quan parla de la vellesa amb tanta bellesa i imaginació en les descripcions.
Denota en l’autor un elevat grau de dolçor, delicadesa i creativitat. Tot combinat amb toc de maduresa de qui ha estat treballant fins l’últim detall en la narració.
No hi ha cap títol, però no seré jo qui el posi. Simplement posaré una imatge, espero que t’agradi el que he escollit.
Crec que ha arribat el moment de que calli i us deixi gaudir d’aquest text.
PEP
Oggi posso parlare di quello che è successo senza nemmeno un’emozione. Dopo tanti anni, posso perfino raccontare la storia come se fosse accaduta a un’altra persona. Oggi, vorrei raccontarla a te.
Forse non lo sai –perché non ve lo spiegano a scuola-, però Barcellona era davvero distrutta negli anni 50. Una guerra civile, che purtroppo perdemmo, e una dopoguerra che tolse ogni speranza a mio padre ed a tanti altri. Hai mai sentito menzionare lo sciopero dei tram del 51? Avevo 19 anni... guarda che anch’io sono stata giovane una volta. Magari credi che io sia nata già vecchia e col viso solcato di rughe! E invece no, nel 51 ero una bella ragazza dagli occhi verdi e vivaci e un sorriso che faceva che tutti gli sguardi si volgessero quando passeggiavo sulla Rambla. Tuttavia, adesso quando mi guardo nello specchio, non mi riconosco più. Gli occhi sono pieni di macchie giallastre, non resta niente della loro vivacità e il sorriso è piuttosto una smorfia. Non sai com’è difficile accettare la vecchiaia quando una si sente così viva... Dicono che accade a tutti... anche a te capiterà un giorno.
Beh, come ti dicevo, Barcellona era una città annientata : gli edifici in rovina, la popolazione disperata e scoraggiata. Per fortuna, i giovani non avevamo quasi vissuto la guerra, non conoscevamo né i bombardamenti né la paura né la morte.
In quel momento il mio miglior amico lavorava in una tipografia e non finiva fino a mezzanotte. Andavo spesso a cercarlo e poi cenavamo dalla sua nonna, una donna di Valladolid che, in 32 due anni, non aveva imparato neanche una parola di catalano... non che potessimo parlarlo in quei giorni!!!
Comunque, il fatto è che un giorno, credo che fosse in ottobre, sono arrivata alla tipografia e Giuseppe non aveva ancora finito. Mi sistemai in una delle sedie di plastica rossa che erano nell’ingresso e iniziai a chiacchierare con il guardiano del turno di notte. La tipografia era un luogo speciale per me: mi piaceva l’odore dell’inchiostro, il rumore delle stampe –che tutti giudicavano insopportabile- era per me una musica ipnotica. Erano quasi le due quando entrò l’uomo che avrebbe sconvolto la mia esistenza per sempre. Nonostante il tempo passato, il fascino che ho provato per quest’uomo si conserva intatto fino ad ora. Luca aveva 48 anni, i pochi capelli già grigi e lo sguardo stanco ma il più dolce che abbia mai visto.
...
Cosa succede? Mi guardi come se tu non potessi concepire che io abbia amato. Suppongo che tu non possa immaginare che queste mani, adesso tremanti a causa dell’età, abbiano fremito dal turbamento.
Oggi avrei voluto raccontarti tutta la storia ma non c’è più tempo. Vieni domani a trovarmi, ti parlerò di Luca e chissà se non mi vedrai più come una vecchietta un po’ decrepita ma semplicemente come una donna che cammina verso la fine della sua vita.
Anònim
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